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Una delle prime parole che viene in mente quando si parla di trapianto è “donazione”. In questo ambito, l’importanza di donare organi vitali come reni, fegato, cuore è risaputa, si tratta di una parte necessaria dell’operazione. Per questo motivo, sembra spontaneo chiedersi che, se il trapianto di capelli è un trapianto chirurgico a tutti gli effetti, è possibile avere trapiantati i capelli di un’altra persona?
Se tu ti stai apprestando a ricevere un trapianto, o hai dei dubbi su come funziona la procedura, ti consigliamo di leggere questo articolo fino alla fine: riceverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.
La donazione dei capelli da parte di un familiare: è una possibilità?
Sfortunatamente, questa opzione non è valida, nemmeno nei casi di alopecia più grave. Per capire la dinamica di questo tipo di chirurgia, bisogna fare prima un pò di chiarezza sui tipi di trapianto che esistono in ambito chirurgico:
Autotrapianto: il paziente è donatore e ricevente dei propri tessuti.
Allotrapianto: gli organi o i tessuti sono donati da un altro individuo della stessa specie, razza o sesso, purché abbiano caratteristiche genetiche simili (per esempio, membri della famiglia o chiunque altro i cui tratti siano compatibili).
Xenotrapianto: gli organi o tessuti provengono da un altro individuo di un’altra specie – ad esempio, organi di animali come i maiali. Talvolta si riferisce anche al trapianto di organi artificiali.
Quanto più dissimili sono le caratteristiche dell’organo o del tessuto da trapiantare, tanto maggiori sono le possibilità di rigetto da parte del ricevente.
In ambito tricologico, è stata dimostrata un’alta possibilità di rigetto delle protesi per capelli anche tra fratelli gemelli, e il motivo è semplice: i follicoli si adattano meglio al cuoio capelluto ricevente quando i tessuti e gli organi sono riconosciuti come propri da parte del sistema immunitario.
Per questo motivo, il trapianto di capelli si effettua con unità estratte dalla zona donatrice (o zona occipitale), così come da altre parti del corpo della stessa persona, e mai di qualcun altro.
Che cos’è l’area donatrice?
L’area donatrice è la parte della testa da cui si estraggono i follicoli che saranno impiantati nella zona calva (in genere, la parte frontale). La densità dell’area donatrice è calcolata dal numero di follicoli piliferi per centimetro quadrato, e se il paziente è provvisto da una buona quantità, allora si può dire sarà idoneo al trapianto, proprio a causa della buona densità.
Le principali aree donatrici per un trapianto di capelli sono la zona della nuca e le aree laterali della testa, poiché i capelli hanno delle caratteristiche genetiche che li rendono molto resistenti alla caduta.
È possibile che i follicoli impiantati vengano rigettati?
Come già accennato, le possibilità di rigetto nei casi di autotrapianto sono praticamente nulle, ma è bene anche fare dei dovuti chiarimenti. Per esempio, durante le prime settimane successive all’operazione, alcuni pazienti sperimentano un effetto collaterale chiamato “effluvio capillare”, che è un’apparente perdita di capelli nell’area ricevente. Un fenomeno abbastanza comune e di tipo temporaneo, ha origine da uno stimolo eccessivo del processo di crescita dei capelli che, essendo accelerato in fase di caduta, scomparirà non appena vengono somministrate delle terapie adeguate, in modo che i capelli possano ricrescere in modo definitivo. Tutto sommato, il trapianto di capelli è ancora la formula più efficace per combattere la calvizie.
Esiste un altro metodo di donazione?
Alcuni grandi aziende nell’area della cosmesi stanno lavorando allo sviluppo della biostampa di follicoli piliferi funzionali. Tuttavia, questi processi sono ancora in fase sperimentale.
A questo proposito, un gruppo di ricercatori della Columbia University Irving Medical Center (CUIMC) negli Stati Uniti ha sviluppato dei follicoli piliferi con un metodo di crescita dei capelli umani basato sulla stampa 3D, in grado di poter migliorare l’accesso alla chirurgia per il ripristino dei capelli per un maggior numero di pazienti. Se convalidato, questo processo ancora in fase sperimentale rappresenterebbe una vera e propria svolta per l’industria farmaceutica. Il team di studiosi ha alimentato le cellule con una combinazione di fattori che stimolano la crescita dei capelli. Dopo tre settimane di trattamento sono comparsi i follicoli piliferi umani che hanno iniziato a “crescere i capelli” artificialmente. Anche questo metodo deve essere ottimizzato, ma forse è il primo passo per una nuova era nel trapianto di capelli – almeno così sembra.
E se non volessi sottopormi ad un trapianto, ci sono alternative che funzionano?
Oggi non ci sono alternative che riescono ad aumentare la densità o il volume dei capelli. Quando si afferma che il trapianto di capelli è l’unica opzione, si parla di effetti a lungo termine: i nuovi bulbi impiantati riescono a crescere autonomamente e ripopolare le zone rade.
Tuttavia, è possibile acquistare dei trattamenti medici complementari che aiutano a mantenere la densità, oppure a rafforzare il cuoio capelluto, ma non a far ricrescere i capelli.
Per questo motivo, data la dinamica di una chirurgia di un autotrapianto, sarebbe bene che la persona interessata prendesse contatti con un tricologo il prima possibile, per evitare di ridursi ad una testa completamente calva prima del tempo. Questo è l’unico ostacolo che impedisce di poter ricevere un autotrapianto, causa mancanza di bulbi attivi.
Conclusioni
L’alopecia androgenetica è una condizione fisiologica decisa dal patrimonio genetico.
Tante persone senza capelli non riescono ad accettarsi: per via di modelli imposti dalla società, o per una ricerca estetica personale, o per implicazioni psicologiche di altro tipo. A queste persone è rivolto l’autotrapianto di capelli, che è stato messo a punto esclusivamente per risolvere un problema estetico di chi, per i più svariati motivi, non riesce ad accettare ciò che il DNA ha forzatamente imposto. La chirurgia però, allo stato attuale pone dei limiti: il migliore chirurgo si limita a spostare capelli da una parte all’altra, non a ‘crearne’ di nuovi. Ciò comporta ovviamente dei limiti quantitativi nella disponibilità del prelievo follicolare a prescindere dalle loro caratteristiche e qualità. Questo concetto è di fondamentale importanza, e ogni paziente dovrebbe esserne pienamente informato e totalmente cosciente, prima di sottoporsi a qualsiasi intervento chirurgico.