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Un’area della testa eccessivamente calva è spesso il primo segno di caduta dei capelli. Per gli uomini, all’inizio i sintomi sono impercettibili, ma con il tempo diventano più pronunciati. Per questo motivo, se una leggera stempiatura in fase iniziale può sembrare quasi attraente (se la densità dei capelli è buona nel resto della testa), col tempo e l’aumento del fenomeno, si parla di un vero e proprio problema. Casi di uomini con un’immagine compromessa accadono già a 18-20 anni e possono essere un campanello d’allarme. Vediamo insieme quando è il caso di preoccuparsi.
Come scoprire se stai diventando calvo?
Chi è il primo a rendersi conto che c’è qualcosa di strano nei tuoi capelli? Probabilmente sei tu.
In questa fase, è normale farsi mille domande, oppure si tende ad analizzare qualsiasi cosa: il piatto della doccia, il cuscino quando ci si sveglia o il pettine. L’ossessione è sempre la stessa, vedere quanti capelli si trovano. Si tratta di un momento delicato: i primi dubbi vengono notando dei cambiamenti drastici nella parte frontale della testa; in altri uomini, possono verificarsi contemporaneamente in più parti della testa. Quello che è certo è che in tutti questi casi, se non si prendono dei provvedimenti immediati, pian piano le aree di capelli che popolano la zona delle tempie si restringeranno fino a diventare completante rade.
La cosa importante da fare in questa prima fase è non farsi prendere dal panico: potrebbe trattarsi di una caduta di tipo temporaneo, causata da un fattore emotivo o addirittura dal cambio di stagione (in alcuni momenti dell’anno, la caduta dei capelli è più comune).
Pertanto, a questo punto dovresti prendere un appuntamento con uno specialista per ricevere una diagnosi accurata.
A che età possono apparire le prime stempiature?
Il primo sintomo di calvizie prematura o di alopecia androgenetica (quest’ultima è la più comune perché di tipo ereditario), sono le attaccature dei capelli. A partire dai 20 anni, tanti uomini accusano un ritiro della linea, e per la maggior parte si tratta di un problema ormonale che inizia un processo di caduta. Il follicolo pilifero presenta un enzima chiamato “alfa-5 reduttasi” che converte il testosterone in diidrotestosterone: questo mostra una relazione tra la calvizie prematura e una produzione eccessiva di questo enzima. Per questo motivo, sono spesso gli uomini intorno ai 40 anni a lamentarsi di più, perché sono quelli che hanno ignorato i primi sintomi di allarme e, nel giro di qualche anno, si sono ritrovati completamente calvi! Quando si verificano i primi arretramenti dell’attaccatura dei capelli è dunque essenziale parlare con un medico specialista. Lo stesso osserverà la velocità dell’arretramento, ma anche la forma delle tempie, analizzando la testa nella sua totalità per vedere cosa si può fare.
Se ci sono spazi calvi sulle tempie, potrebbe essere un caso di alopecia
Abbiamo visto come l’attaccatura dei capelli sfuggente è il primo segno di calvizie totale. Secondo i ricercatori, il modo migliore per fare una diagnosi è utilizzare una scala di riferimento chiamata “Hamilton-Norwood” che descrive i vari livelli di calvizie, così da poter diagnosticare lo stadio ben preciso della malattia – e capire come agire. Secondo questo metro di valutazione, esistono sette gradi sui quali si può stabilire il progresso dell’alopecia.
Per esempio, il grado due è quando si notano le prime aperture sulla parte frontale della testa. Questa fase generalmente dura fino a dopo i 40 anni e non è ancora detto che possa trattarsi di alopecia – ecco perché è bene tenere sotto controllo gli sviluppi del fenomeno.
Il primo segno lampante del problema è quando si parla di assottigliamento del vertice, cioè la parte superiore della testa. Il fenomeno poi continuerà fino al raggiungimento dell’ultimo grado, il numero sette: in questo caso, c’è solo una parte minima parte di capelli ancora attaccata, generalmente sulla parte posteriore della testa. Vediamo in dettaglio tutte le classificazioni della scala Hamilton-Norwood.
Classificazione delle calvizie negli uomini
Grado 1: arretramento dei capelli minimo nella zona laterale e poca caduta dei capelli nella zona frontale
Grado 2: arretramento molto più ampio e facilmente visibile, con perdita di capelli più pronunciata sui lati e sulla zona frontale
Grado 3: la perdita di capelli è più visibile sulla zona del vertice; può verificarsi con o senza un’accentuata stempiatura
Grado 4: area di alopecia generale sulla parte frontale, e estensione dell’attaccatura dei capelli sfuggente nella parte posteriore della testa
Grado 5: zona di alopecia molto più accentuata: l’area dei capelli si è ridotta notevolmente. Vista dall’alto, la zona popolata assume la forma di un ferro di cavallo
Grado 6: la caduta dei capelli continua. In questa fase, la parte principale dei capelli si trova tra la nuca e le orecchie
Grado 7: la fase più grave, rimane solo una fascia di capelli a circondare i lati della testa.
Soluzioni contro la caduta dei capelli
La prima cosa da fare è vedere se esistono delle soluzioni efficaci per nascondere il problema: per esempio, chi ha l’attaccatura dei capelli sfuggente ma hai molti capelli sul resto della testa può cambiare pettinatura o ricevere un taglio diverso. Ad esempio:
– con scalature: avere i capelli a diversi livelli significa che l’attaccatura dei capelli sfuggente può essere coperta attraverso uno styling intelligente. A questo scopo, è importante lasciare la zona della nuca e i lati più corti rispetto alla parte frontale della testa.
– Tenere i capelli corti: non è necessario rasarsi completamente; si può effettuare un taglio con la macchinetta a livello a 1, 2 o 3.
– Capelli rasati: è la scelta per la quale opta la maggioranza perché può risolvere il problema in modo definitivo, almeno da un punto di vista estetico. Purtroppo, non è un’acconciatura che possono permettersi tutti – soprattutto le donne, non sono molto prepense.
Conclusioni
Nelle fasi iniziali, è difficile dire se l’attaccatura dei capelli stia davvero retrocedendo. Soprattutto per i casi di alopecia androgenetica causata – oltre che dalla predisposizione genetica – anche da variabili di tipo ormonale. Per ricevere un’assistenza adeguata e capire cosa puoi fare, rivolgiti al tuo tricologo di fiducia.